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La Storia dei Fuochi di San Giuseppe

La Festa dei Fuochi di San Giuseppe ha radici Millenarie. Nel  complesso Universo Simbolico del  Mondo Rurale, l’accensione di fuochi è un Antico Rituale propiziatorio. Alla fine del Ciclo Invernale, periodo dell’anno nel quale la Terra dorme, nei campi non si semina,  le attività agricole sono sporadiche e si limitano alla raccolta dei frutti di stagione. La Primavera è alle Porte. L’accensione di  Fuochi Rituali rappresenta in qualche maniera la Morte della Pianta, che attraverso il Fuoco Purificatore,  diventando Cenere, ritorna alla Madre Terra per Rinascere e Rigenerarsi. Non solo. La potatura degli alberi inoltre, rinvigorisce le piante e produce nuovi germogli.

Il culto religioso istituzionale, sovrapponendosi, ed in alcuni casi sostituendosi, alle manifestazioni di devozione  apparentemente pagana del mondo contadino, non ha fatto altro che codificare questi antichi rituali ed a seconda dei luoghi far coincidere la festa pagana con una ricorrenza  di un Santo, spesso Patrono o particolarmente celebrato.

Questa Antica Festa è patrimonio comune di molte località del nostro Sud e quasi sempre è legato a figure di Santi maschi. In realtà, la maggioranza dei culti Mariani celebrano la fine del Ciclo Primaverile (quasi tutte le feste mariane si svolgono da Luglio a Settembre) che essendo periodo di Fertilità e Nascita è  quindi legato alla figura femminile e trova in Maria l'icona più nobile ed eccellente. La fine del Ciclo Invernale quindi viene affidata alla figura maschile intesa quale portatrice di nuovo seme.  

A Itri si celebra San Giuseppe marito di Maria, taumaturgicamente intesa come Madre di Tutti, MaterMatuta/ GrandeMadre. Nell’iconografia del Santo, il bastone, o meglio, il ramo tagliato col quale si appoggia,  germoglia e fiorisce proprio a simboleggiare una rifioritura e rinascita della Terra. quest'aspetto estremamente Pagano, viene trasformato dalla nuova religiosità Cristiana col fatto che il Santo è protettore dei falegnami  e lui stesso falegname. La tradizione di questo antico mestiere vuole che in primavera i falegnami facciano pulizia nelle botteghe accatastando all'esterno gli scarti delle lavorazioni invernali. L'evento era un momento di gioco per i bambini ed un momento di festa per i falegnami. Maggiori erano gli scarti, maggiore era stao il lavoro e più grande sarebbe stato il fuoco. Alla competizione tra maestri artigiani si aggiungeva la competizione tra i rioni che coinvolgeva in particolar modo i giovani che si scatenavano mesi prima a raccogliere legna nei boschi ed a nasconderla in rifugi di fortuna. Spesso si tagliavano alberi nei boschi in maniera indiscriminata.

Oggi, la tradizione dei Fuochi continua grazie all'impegno dell' Amministrazione Comunale e della Guardia Forestale che forniscono la legna e le "frasche" da bruciare evitando danni ai bellissimi boschi del territorio. L'impegno della ProLoco, delle Associazioni e dei Comitati Civici Rionali, ha fatto si che la tradizione continui.

Oggi intorno ai fuochi si Suona, si Danza, si Mangia e si Beve fino a notte inoltrata. Musica Popolare del Lazio e del Sud Italia, Prodotti Tipici quali Olive, Olio, Formaggio Marzolino, Salsiccia, accolgono il visitatore, il turista, il curioso, e tutti gli appassionati di tradizioni popolari. 

La Festa dei Fuochi di San Giuseppe di Itri diventa sempre di più un importante appuntamento Nazionale nel ampio panorama delle Feste Tradizionali/Devozionali del Sud da non mancare.

 

Pasquale Valentino

    

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